Colorate, sfiziose, allegre, impossibili da non desiderare: le donuts sono una leccornia simbolo dell’America, arrivate nelle nostre case anche e principalmente attraverso la serie animata dei Simpsons.
Ma cos’hanno di così speciale, da dove sono saltate fuori e perché risultano così irresistibili?
American Donuts: la storia
Quello che, forse, in pochi sanno è che le doughnuts (come le chiamano, in realtà, gli americani) hanno, udite udite, origini europee!
In un periodo di poco antecedente il 1850, infatti, gli USA furono interessati da una forte immigrazione di olandesi che, durante le traversate oceaniche, portavano con loro gli effetti personali più incredibili oltre, ovviamente, alla propria tradizione gastronomica, incluso un dolce chiamato olykoek. Si trattava di una golosa torta zuccherata, fritta nel grasso e dalla consistenza particolare, tanto che la rendeva difficilmente “dorabile” nella parte centrale; il risultato era che, il più delle volte, nonostante un gusto perfetto nella parte di contorno, il centro non veniva mai mangiato perché troppo crudo.
Le donuts, come le conosciamo noi, sono nate proprio il giorno in cui il capitano Hanson Gregory decise di dare il suo contributo, fondendo un’arte culinaria europea ad un’idea tutta americana. Il suo lavoro, infatti, lo portava spesso a ritrovarsi a contatto con persone provenienti da altri Paesi e con le loro svariate e multiformi abitudini sociali ed alimentari, motivo per il quale non tardò a mettere in pratica un rimedio efficace per la cottura di questi suoi “ospiti” di navigazione. L’idea iniziale fu quella di farcire la parte centrale dell’olykoek con nocciole e noci, ma presto mutò ancora in una tradizione di lavorazione differente; si cominciò, come si può immaginare, a forarli al centro, creando quelle che sarebbero diventate doughnuts (da “dough“, cioè “impasto”, e “Nut“, cioè “noce”).
Si può, quindi, affermare che le donuts (nome che è nato, semplicemente, da una contrazione del termine originale) sono figlie di una collaborazione americo-europea!
Il vero successo di questi dolci così particolari, però, come spesso è accaduto nella storia, è esploso durante un periodo estremamente negativo: in questo caso, il primo conflitto mondiale. In quell’occasione, i soldati americani erano soliti nutrirsi di questi dolci, che arrivavano per mano di donne volontarie sicure che, oltre ad offrire energie, dessero anche l’opportunità a quegli uomini di immergersi, per qualche minuto, nel sapore della madrepatria, in quel caldo ed accogliente ricordo delle giornate passate nella tranquillità familiare.
Per il primo macchinario per la produzione in serie non si dovette aspettare molto: nel 1920, infatti, Adolph Levitt, un rifugiato russo (quante influenze in questo dolce così popolare!) ne esibì una, la prima in assoluto, all’interno della sua bakery newyorkese.
La Giornata Nazionale delle Donuts
Incredibile a dirsi per noi italiani, ma gli americani, fedeli al ruolo di questo simpatico (e buonissimo) dolcetto, hanno anche deciso di regalargli una giornata nazionale! Si tratta del National Doughnut Day, che cade ogni primo Venerdì di Giugno e promette ciambelle morbide e fumanti, gratis per tutti: in realtà, altro non è che un modo per festeggiare il coraggio di quelle donne che si sono prese cura dei soldati in battaglia, rischiando loro stesse la vita. Una delle tante sfumature, insomma, dell’amore patriottico e del senso di gratitudine che contraddistingue gli abitanti del Nuovo Mondo.
La ricetta originale americana delle Donuts: ingredienti e preparazione
Chi ha provato le donuts almeno una volta nella vita sa bene quanto, per loro, sia vero il detto “una tira l’altra“. Ecco perché il consiglio, se attendete ospiti, è sempre quello di “esagerare” un po’, in numero ed in varianti da proporre!
Ingredienti per circa 12 dolcetti:
- 250 grammi di farina 00;
- 250 grammi di farina manitoba;
- 12 grammi di lievito di birra fresco (circa mezzo panetto);
- 250 ml di latte;
- 70 grammi di zucchero;
- 2 uova;
- 95 grammi di burro;
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia;
- 6 grammi di sale fino;
- Colorante alimentare della tonalità che si preferisce (anche più di una);
- 50 grammi di cioccolato fondente;
- 150 grammi abbondanti di zucchero a velo;
- Olio di semi di arachide.
La prima cosa da fare è sbriciolare il lievito e mixarlo insieme ad un cucchiaino di zucchero e ad un po’ di latte tiepido.
In una planetaria, poi, si versano i due tipi di farina e si aggiungono, piano piano e rigorosamente a temperatura ambiente, il composto precedentemente ottenuto, il resto del latte tiepido, le uova, lo zucchero, l’essenza di vaniglia e il sale. A questo punto si comincia a lavorare il tutto, fermandosi soltanto quando l’impasto sarà così omogeneo e compatto da staccarsi dalle pareti della ciotola, cosa che, in genere, avviene entro i 10-15 minuti di mescolanza non-stop.
Nel frattempo il burro, lasciato fuori dal frigo, si sarà ammorbidito e si può procedere al suo inglobamento, sempre un po’ per volta, ma solo per 75 grammi; una piccola parte supplementare servirà per spennellare una nuova ciotola e versarvi il composto, per poi coprirlo con della pellicola, lasciando lievitare il tutto all’interno del forno (spento ma con la luce accesa) per almeno due ore: l’impasto, infatti, deve raddoppiare il suo volume.
A questo punto, su di un piano ricoperto di farina, il nuovo mega-impasto va lavorato fino a diventare una “palla” per poi stenderlo con un mattarello, proprio come si fa con la pasta fresca fatta in casa. Questo è il momento in cui viene forgiata la sagoma: servono due stampini circolari di dimensioni diverse (indicativamente, 8 e 3 centimetri di diametro) con cui ritagliare i cerchi di pasta e, ovviamente, anche la relativa parte centrale (il cerchio più piccolo da eliminare). Queste “corone circolari”, per il momento ancora molto sottili, vanno sistemate su carta da forno (anche tagliata in quadrati singoli) e appoggiate su delle teglie che, ancora una volta, andranno in forno spento e con luce accesa; avviene, così, l’ultima fondamentale lievitazione (40 minuti circa).
Questa piccola attesa, però, potrà essere riempita con la preparazione delle glasse: 20 grammi di burro fuso vanno versati in una ciotolina insieme ai 150 grammi di zucchero a velo, per poi fluidificare tutto con una aggiunta di acqua calda/tiepida; volendo giocare con i gusti ed i colori, si può suddividere tutto in tante ciotoline, opzionando, ad esempio, una variante naturale, una al cioccolato ed una con un colorante a vostra scelta.
Infine, la parte succulenta: la frittura!
Si scalda l’olio di arachidi (più o meno fino ad una temperatura di 175°C) e si friggono le ciambelle, avendo cura che la doratura avvenga da entrambi i lati, sistemandole, poi, su della carta assorbente che porti via l’olio in eccesso. La glassatura può avvenire quando saranno tiepide e pronte ad assorbire questo condimento liscio e gustoso; per ultima ci sarà la parte divertente dedicata alle decorazioni, che potrà tranquillamente avvenire in separata sede, poggiando tutto su della carta da forno, con zuccherini, caramelline, confettini e praline di cioccolato.
Il top è servire le donuts ancora tiepide e addentare subito quella loro consistenza soffice!
spiegazione molto soddisfacente grazie
Ciao Simonetta, grazie mille. Mi fa piacere che il nostro articolo ti abbia soddisfatto.
ma i 50 grammi di cioccolato fondente dove lo unisco?
Ciao, sono opzionali, servono, eventualmente, per la glassatura al cioccolato.
grazie mille, altra domanda quanto alto devo stendere l’impasto per poter tagliare i donuts?
Quando ho provato a farli, li ho stesi non troppo sottili, diciamo 1cm – 1,5cm e sono usciti abbastanza bene.
ma per 50 grammi di cioccolato fondente si intende quello in polvere? perchè altrimenti bisogna fonderlo prima di incorporarlo.
Ciao, il cioccolato fondente non è in polvere, ma va, appunto, sciolto.