Quante volte, seduti sul divano davanti alla tv, abbiamo visto comparire sulle tavole delle famiglie americane quei tacchini giganti pronti a sfamare tutti i commensali?
Con l’aumento della popolazione vegetariana e vegana, anzi, sono nate anche alcune varianti cruelty free a base di seitan, soia e altri prodotti di origine vegetale che ricalcano la stessa tradizione. Ma da dove salta fuori questa usanza?
Tacchino Ripieno e Thanksgiving Day: due facce della stessa medaglia
Nonostante la Festa del Ringraziamento sia considerata, oggi, una celebrazione laica, le sue origini sono, come spesso accade, a trama religiosa.
Innanzitutto, è curioso constatare che cada in giorni diversi dell’anno per gli USA ed il Canada: per i primi, infatti, si parla del quarto giovedì di Novembre, mentre per i nordamericani del secondo lunedì d’Ottobre.
Tutto è cominciato con l’evasione di massa che coinvolse i Padri Pellegrini calvinisti d’Inghilterra: qui, a causa del loro credo, erano perseguitati per cui videro come unica possibilità di salvezza il raggiungimento del Nuovo Mondo (scoperto il secolo precedente), dove avrebbero, successivamente, fondato il New England. Ma il processo non fu così immediato, tutt’altro!
Ironia della sorte, l’unico vero aiuto che li mise in carreggiata fu quello ricevuto dai Nativi Americani che incontrarono sul luogo: difatti, il Mayflower, partito nel 1620, portava a bordo 102 emigranti, di cui molti morirono in viaggio ed altri a causa delle cattive condizioni climatiche ritrovate sulla terraferma. Un ambiente completamente diverso da quello europeo, selvatico e alle soglie dell’inverno, dove, con i semi portati dalla madrepatria, non riuscivano a maturare i frutti sperati.
È proprio qui che entrarono in gioco i Nativi Americani, che illustrarono ai forestieri quali allevamenti e vegetali avrebbero potuto avere successo, suggerendo granoturco e tacchini. Grazie a questi consigli, l’anno seguente i raccolti furono abbondanti, tanto che i Pellegrini rimasti decisero di celebrare una festa per ringraziare Dio e di invitare anche quel popolo che li aveva aiutati a sopravvivere. Per una volta, una storia di aggregazione comunitaria e di amicizia.
Si dovette, però, aspettare il primo presidente degli Stati Uniti d’America, George Washington, per la dichiarazione ufficiale del Thanksgiving Day per tutti gli Stati della Confederazione: era il 1789, e la notizia non fu ben accolta da tutti, tanto che addirittura Thomas Jefferson, terzo presidente, non vi diede seguito.
Tuttavia, già nella prima metà del XIX secolo, il Giorno del Ringraziamento era diventato parte della cultura e della società americana, festeggiato da ricchi e meno abbienti, dal popolino e dall’aristocrazia, unendo, ancora una volta, le fasce più estreme e diverse di una popolazione estremamente variegata come quella americana.
La ricetta originale americana del Tacchino Ripieno
Come per tantissime ricette tradizionali, esistono diverse scuole di pensiero che riguardano alcune fasi di cottura e persino alcuni ingredienti relativi alla preparazione di questo piatto a base di tacchino.
In ogni caso, è sempre bene tenere presente che, per una riuscita ottimale, tutti i componenti devono essere freschi, non surgelati, e nelle giuste quantità, per ottenere una farcitura a prova di gusto! Inoltre, è bene armarsi di pazienza: soltanto i tempi di cottura raggiungono le 4 ore!
Tacchino Ripieno: ingredienti e preparazione
Di seguito, la lista degli ingredienti necessari per la preparazione del tacchino ripieno:
- Un tacchino da (almeno) 5 kg;
- 1,5 kg di castagne;
- 800 grammi di pane raffermo (senza crosta);
- 150 grammi di burro;
- 1 cipolla;
- 1 gambo di sedano;
- 1 limone;
- 2 bicchieri di vino bianco (secco);
- 4 rametti di rosmarino;
- 1 ciuffo di prezzemolo;
- 1 cucchiaino di maggiorana;
- 1 cucchiaino di timo;
- Olio, sale, pepe quanto basta.
Si comincia facendo bollire le castagne per circa 45 minuti.
Intanto, si può procedere a pulire e lavare il tacchino, che deve essere stato preventivamente eviscerato. Si asciuga e si strofina con una metà del limone, attendendo il momento propizio della cottura e della farcitura.
Una volta cotte, le castagne vanno sbucciate sia esternamente che internamente dalla tipica pellicola marroncina, per poi spezzettarne i frutti in una ciotola. Messe da parte, si comincia la cottura degli altri ingredienti del ripieno, sciogliendo del burro in una padella per poi unire cipolla e sedano (puliti e tritati), aggiungendo un bicchiere di vino da lasciar evaporare durante la cottura. Servirà solo da insaporimento.
Da parte, si taglia il pane raffermo a dadini che, insieme alle castagne, al prezzemolo, al timo, alla maggiorana e a sale e pepe, verrà unito alla cottura in padella, mescolando tutto per circa 5 minuti; si lascia, poi, raffreddare e si utilizza il composto ottenuto per riempire il tacchino. L’apertura viene, quindi, chiusa, cucendola con spago da cucina.
Anche la carne esterna del tacchino va salata e pepata ma non solo: con dello spago vi si fissano i rametti di rosmarino, precedentemente ben lavati, e si sistema tutto su una grande teglia, ricoprendolo con una garza da cucina impregnata di olio: si inforna tutto a 180°C e si lascia cuocere per un’oretta.
A questo punto si aggiunge il restante bicchiere di vino bianco e si ri-inforna, per circa due ore e mezza, avendo cura di bagnare regolarmente con il liquido di cottura.
Alla fine, si elimina la garza e si cuoce per un’ultima ventina di minuti, lasciando poi raffreddare prima di servire in tavola.
E le interiora del tacchino?
Tradizionalmente, le interiora dell’animale non vanno buttate, anzi: servono per preparare una salsa molto apprezzata chiamata Gravy, composta da:
- liquido di cottura del tacchino;
- interiora dell’animale;
- verdure;
- brodo di tacchino;
- farina o amido di mais.
Una volta addensato tutto si avrà tra le mani un condimento da far leccare i baffi!
Naturalmente, è possibile scegliere in abbinamento qualunque altra salsa concepita per la carne come la salsa Heinz Caramelized Onion & Bacon, aromatizzata con cipolla caramellata e bacon affumicato.